Talea di mango: conviene propagarlo in questo modo
È possibile far propagare il mango tramite talea? In teoria sì, ma non è consigliabile. Questo perché questa pianta da frutto della famiglia delle Anacardiacee è assai difficile da propagare tramite talea. Oltre al fatto che non è facile trovare in vendita talee di mango, anche qualora si fosse riusciti a ottenerne una, non solo è difficile far produrre radici, ma anche le piante nate in questo modo tendono a essere più deboli. Sarebbe dunque meglio procedere per seme o innesto. Ma se proprio si vuole procedere per talea, ecco come fare.
Come far propagare il mango tramite talea

In generale, la moltiplicazione del mango tramite talea è sconsigliata perché la radicazione con tale sistema avviene con molte difficoltà. Spesso usando anche sostanza radicanti, si rischia di non ottenere nulla. E anche quando la talea produce radici, queste sono deboli.
Comunque sia, se volete cimentarvi in questa pratica, cercate di partire da rami sani e robusti di mango. Questi rami dovranno essere lunghi almeno 30-40 cm e avere diversi nodi. Procuratevi delle cesoie da giardinaggio affilate, pulite e sterilizzate, poi fate un taglio diagonale sotto un nodo.
Eliminate le foglie alla base della talea, lasciando sul rametto tagliato solamente quelle sull’apice. Questo serve a evitare che le foglie in basso, entrando a contatto con l’acqua, causino marciume.
Per aumentare le probabilità di radicazione, immergete le estremità tagliate negli appositi ormoni radicanti, in modo da favorire la produzione di radici. Adesso riempite un vaso trasparente con acqua piovana, depurata o distillata (non in acqua del rubinetto, troppo calcarea). L’acqua dovrà essere a temperatura ambiente e il vaso trasparente in modo da poter vedere lo sviluppo delle radici.
Immergete la talea con i nodi senza foglie in acqua, lasciando la parte con foglie al di sopra dell’acqua. Posizionate il tutto in un posto caldo e luminoso, ma lontano dalla luce solare diretta.
Rabboccate l’acqua se evapora troppo velocemente e ogni 2-3 giorni cambiate l’acqua, onde evitare lo sviluppo di muffe. A questo punto sedetevi e pazientate: potrebbero volerci settimane o anche mesi prima di vedere qualche risultato.
Una volta che si saranno sviluppate delle radici, dovrete trapiantare la giovane piantina in un vaso, con terreno ben drenante. Posizionate la pianta in una zona calda e soleggiata, innaffiandola con regolarità, ma senza creare ristagni idrici. Tenetela al riparo da freddo, vento e gelo e concimate regolarmente.
Nel caso la propagazione tramite talea del mando non fosse andata a buon fine, avete due soluzioni. La prima è quella di procedere tramite la riproduzione per seme. I semi devono provenire da frutti maturi non trattati, ma devono essere freschi.

Aprite il nocciolo dalla parte laterale rispetto a quella arcuata, cercando di evitare di danneggiare il seme. Una volta preso l’embrione dal seme, piantatelo nel letto di coltura, appoggiato di lato. Il letto di semina deve avere il fondo ben solido, onde evitare che la radice a fittone cresca a dismisura.
Coprite il seme con 1 cm di terriccio umido (mai inzuppato d’acqua) e collocate il tutto in una posizione luminosa, con temperature fra i 20 e i 30°C. Nel giro di 1-3 settimane vedrete germinare la nuova pianta. Tuttavia, prima di vedere frutti, dovrete attendere altri 6 anni.
I giardinieri più esperti, poi, potrebbero voler procedere anche tramite la propagazione per innesto. Si usa solitamente il sistema a corona o a spacco, più difficile l’applicazione di quelli a scudo.