Sapevate che esiste un albero da cui nascono delle pigne blu? Tutto quello che c’è da sapere sull’abete della Corea

L’abete della Corea, il cui nome scientifico è “Abies koreana“, è un esemplare originario della Corea del sud. La parola latina “Abies” deriva a sua volta dal greco “ἄβιος“, che vuol dire ‘longevo’. La sua peculiarità tuttavia non è tanto la sua lunga vita quanto quella di sviluppare delle pigne dall’aspetto insolito: hanno forma allungata e generalmente assumono una colorazione grigio-bluastra.

pigne di forma allungata

L’abete coreano è un esemplare rustico che può essere agevolmente coltivato nei propri giardini, infatti si adatta quasi a tutti i terreni e riesce a resistere anche a temperature basse come -30 °C. Oggi viene usato principalmente a scopo ornamentale vista la particolarità delle sue pigne. Questo particolarissimo esemplare, specialmente se si trova nel suo habitat naturale, può raggiungere dimensioni considerevoli: tocca i 10 metri di altezza e il suo tronco può raggiungere un diametro di 2 metri. A differenza di molte altre varietà ha una crescita decisamente lenta, infatti per diventare un albero “adulto” arriva a prendersi anche 10 anni di tempo.

ramoscello in primo piano

Molte persone se ne prendono cura perché oltre ad essere grazioso occupa poco spazio e le sue radici non danno problemi. Abbiamo detto che l’Abies koreana cresce facilmente all’interno di giardini, tuttavia c’è da chiedersi quale sia il suo habitat naturale. Generalmente l’abete della Corea vive nelle foreste dell’Asia Orientale a quote comprese tra i 1000 e i 1900 metri. Predilige climi temperati freddi e non sopporta le temperature troppo alte.

pigne dell'abete

Secondo alcuni studi condotti di recente questo esemplare si sta lentamente estinguendo per una serie di fattori ambientali a cui non riesce a far fronte. Si è evidenziato come il Racodium therryanum, un fungo parassita, stia ferocemente bloccando la proliferazione di questo esemplare in numerose zone della Corea del sud. Per di più il surriscaldamento globale sta ovviamente contribuendo alla sua scomparsa.

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