Grains of Paradise: tutto quello che volevi sapere sulla spezia nota come Afromomum melegueta

Le spezie sono molte di più di quanto non pensiamo. Una di esse è quella nota come Grains of Paradise o Grani del Paradiso (altri nomi con cui è famosa sono: granelli del paradiso, pepe di alligatore, pepe melegueta, ossame, granaglie di Guinea o fom wisa). Deriva dalla pianta nota come Afromomum melegueta, appartenente alla famiglia delle Zingiberacee. Originaria dell’Africa occidentale, come spezia sono usati i suoi semi, sia macinati che interi. Il sapore è assai pungente: ricorda molto quello del pepe nero, ma con un sentore di agrumi.

Grains of Paradise, per cosa si usa questa spezia?

Grani del Paradiso

Partiamo dalla pianta. L’Aframomun melegueta è una pianta erbacea perenne. Originariamente la si trova nelle zone paludose dell’Africa occidentale, dunque ha bisogno di un certo tasso di umidità per crescere. Lo stelo è corto, mentre le foglie sono lunghe anche 35 cm, con 15 cm di larghezza. I fiori sono di colore viola e hanno una curiosa forma a trombetta. Dai fiori nascono poi i baccelli che contengono i semi marroncini-rossastri.

Il sapore dei semi è pungente, pepato, a causa di chetoni aromatici.

I Grani del Paradiso sono stati usati sia nella medicina popolare che in cucina. Nel primo caso vengono sfruttate le sue proprietà riscaldanti e digestive. Inoltre, piccola nota di folklore, in America Latina e nei Caraibi è anche usato durante i riti voodoo.

Ma andiamo a parlare dell’uso in cucina. In Africa era una spezia in passato comunemente usata. Attualmente è usata nella cucina gourmet per sostituire il pepe nero. Inoltre esistono alcuen birre artigianali, gin e akvavit norvegese che è aromatizzato con i Granis of Paradise. Alcuni chef li utilizzano anche per dare sapore agli stufati o alle torte di mela. Inoltre in molti li preferiscono al pepe nero perché sono più digeribili.

In passato, comunque, i Grani del Paradiso arrivarono anche in Sicilia. Le rotte carovaniere, infatti, portarono questa spezia attraverso il deserto del Sahara e da lì in Sicilia, dove si diffuse poi in Italia e in Europa. Ebbe buona fortuna per tutto il medioevo, anche dopo la scoperta dell’America e l’importazione del peperoncino in quanto costava molto meno.

La sua fortuna, però, cominciò a declinare quando in Gran Bretagna re Giorgio III ne proibì l’uso nelle bevande alcoliche.

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