Erica irlandese, come portare un po’ di brughiera nei vostri giardini e balconi

D’accordo, adoro l’erica in tutte le sue forme, quindi forse sarò un po’ di parte. Ma se volete una pianta da coltivare sia in casa che su balconi e terrazze, bella, affascinante e che possa diventare all’occorrenza anche una pianta tappezzante, allora è all’erica irlandese che dovete rivolgere le vostre attenzioni. Non vi pentirete di averla coltivata. Anche perché donerà ai vostri giardini e balconi un tocco di mistero e magia.

Come coltivare l’erica irlandese?

erica irlandese

Chi ha avuto la fortuna di viaggiare in Irlanda, ha potuto ammirare le vaste distese di brughiera dell’isola. Si tratta di un paesaggio a dir poco mozzafiato, magico e fiabesco. Tanto che potrebbe quasi sembrare che, da un momento all’altro, una fata o un folletto facciano capolino in mezzo alle piante.

Da non confondere con l’erica comune, l’erica irlandese fa sempre parte della famiglia delle Ericacee, ma appartiene al genere Daboecia. Nota anche come erica di San Daboec, si tratta di piante da fiore perenni. Ne esistono in realtà due sole specie: la Daboecia azorica e la Daboecia canatabrica, quella più propriamente nota come erica irlandese.

Originarie delle scogliere e brughiere dell’Europa atlantica, ecco che è diventata famosa perché ricopre il terreno delle brughiere irlandese con un tappeto rosa-viola di fiori, per gran parte dell’anno.

In effetti fiorisce da giugno a ottobre. Alta al massimo 90 centimetri, questo arbusto perenne sempreverde è utile sia come pianta tappezzante che ornamentale. Inoltre attira gli insetti impollinatori.

Le foglie sono aghiformi, ricordando un po’ quelle del rosmarino o della lavanda. Tende a crescere bassa, cespugliosa e ad espandersi più in larghezza che non in altezza. Come anticipavamo, ha una lunga stagione di fioritura visto che potremo bearci dei suoi fiori da giugno a ottobre.

I fiori sono piccoli e deliziosi, a forma di campana. Disposti a grappoli, tendono a essere bianchi, rosa, viola, rossi o anche rosa-violacei. Crescono compatte e sono in grado di formare un fitto tappeto verde e viola, capace di crescere anche sui terreni paludosi, là dove non crescerebbe niente altro.

Se volete coltivarla, dovrete solamente rispettare le sue minime richieste. Potete piantarla in qualsiasi periodo dell’anno, anche se sarebbe meglio optare per la primavera e l’autunno, quando il clima è mite e umido. Evitate di piantarla in terreni ghiacciati o in prossimità delle gelate. Questo perché le temperature estreme potrebbero causare uno shock termico tale da rallentare la crescita delle radici.

Dovrete scavare delle buche profonde e larghe almeno il doppio dei contenitori o delle radici. Cercate di allentare il terreno per facilitare l’attecchimento delle radici e piantate ogni singola pianta a 30 centimetri di distanza l’una dalle altre. Una volta piantata, innaffiate generosamente: sono piante che amano l’umidità e che crescono nei terreni paludosi.

Aggiungete poi un buon strato di pacciame per proteggere le radici e trattenere l’umidità.

C’è anche chi parte dai semi, ma in questo armatevi di santa pazienza perché potrebbero volerci fino a sei mesi prima di vederli germogliare. Optate per un terriccio con pH acido (qui vi spieghiamo come misurare il pH del terreno) e seminate i semi coprendoli con un piccolo strato di terriccio. Inumidite il terreno con uno spruzzino, ma senza inzupparlo. Conviene anche aumentare il tasso di umidità coprendo i semi con una pellicola di platica, in modo da creare una mini serra. Ricordatevi solo di lasciare delle piccole aperture e di non avvolgerla troppo stretta, altrimenti le piantine marciscono. Tenete il tutto in un posto caldo, ma lontano dalla luce solare diretta.

Detto questo, come coltivarla? Prima di tutto, la posizione: ama il sole pieno, resiste abbastanza bene alla siccità e solo nei climi caldi avrà bisogno di ombra nel pomeriggio (in questo caso meglio fornire della mezz’ombra). Cercate di garantirle almeno 6 ore di luce solare diretta al giorno. Ricordatevi che in inverno tollera temperature fino a -9°C, anche se preferisce climi miti e zone costiere con una buona circolazione d’aria. Il caldo eccessivo potrebbe stressarla. Come umidità, invece, vanno bene le zone con un tasso moderato.

Sul terriccio, invece, non si transige: necessita per forza di un terreno con pH acido, da 4 a 6. E deve anche essere ben drenante, altrimenti rischiate il marciume radicale. Evitate i terreni troppo densi e compatti. L’ideale sarebbe un mix di terriccio con sabbia e torba.

Per quanto riguarda l’irrigazione, ricordatevi che ama l’umidità e non prospera nei terreni troppo asciutti. Se coltivata in vaso, avrà bisogno di innaffiature più frequenti. Cercate di non far asciugare del tutto il terreno fra una annaffiatura e l’altra.

Se corredata di un terreno acido, l’erica non avrà bisogno di troppe concimazioni. Tuttavia se il terreno è però troppo alcalino, conviene acidificarlo aggiungendo del compost o del letame. Se necessitate di concimazione, usate una volta all’anno un fertilizzante specifico per le ericacee.

Ricordatevi anche di fare una buona pacciamatura, cosa che permette di acidificare ulteriormente il terreno e trattenere l’umidità. Potreste optare per della corteccia di pino, perfetta per le piante che vogliono pH più bassi.

brughiera

Se necessario, potete potarla dopo che i fiori saranno caduti e tagliando le punte delle spighe. Non potatela mai fino al legno vecchio. Ma se ormai l’erica ha una base legnosa e scarna, come fare? Beh, c’è un piccolo trucchetto che vi permetterà di farla apparire migliore.

Aspettate la primavera e dissotterratela. Poi scavate una buca profonda e mettetevi la pianta in modo che i due terzi siano al di sotto del livello del terreno. Riempite la buca e compattate il terreno. Poi applicate un mix formato dal 50% di ghiaia e dal 50% di fibra di cocco, intorno agli steli. In tal modo dovrete lasciare al di fuori solo i germogli superiori. Innaffiate regolarmente per tutta l’estate, poi in autunno sollevatela delicatamente dal terreno. In teoria sul fondo dei germogli dovrebbero essersi formate delle radici.

Tagliate i germogli dalla pianta madre con le radici attaccate e piantate le nuove piantine.

L’erica irlandese è una pianta resistente alle malattie. Fate solo attenzione agli afidi. Se presenti, potete lavarli via con l’acqua o con l’olio di Neem (da non usare, però, quando ci sono i fiori).

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