Albero di giada: perché averne uno in casa e come prendersene cura

Le piante grasse sono l’ideale per chi è sempre alla ricerca del perfetto connubio tra una semplice gestione della pianta e un bel risultato. Chi ama vedere il proprio ambiente domestico circondato dal verde sa che mantenere una pianta grassa richiede l’applicazione di pochi e semplici passaggi. Questi ultimi, se eseguiti correttamente, donano alla propria casa un aspetto accogliente e saturo di energia positiva. Una delle specie più apprezzate e famose è l’albero di giada o “albero dell’abbondanza”, una splendida piantina di piccole dimensioni che si contraddistingue per la presenza di numerosi tronchi, rami e foglie succulente.

foglie di albero di giada verde

Come nel caso dei suoi simili questo esemplare non richiede uno spiccatissimo “pollice verde” per essere curato ma merita comunque i dovuti accorgimenti. Va annaffiato circa ogni 15 giorni nelle stagioni calde e ogni 30 in quelle fredde, si pota in primavera o in estate. Richiede molta luce e poca umidità. Una delle peculiarità che rendono l’albero di giada la regina delle piante grasse è la sua capacità di crescere a partire da una singola fogliolina.

Gli esperti raccomandano di optare tra due procedimenti che ne assicurano il pieno sviluppo e l’immediata diffusione nell’ambiente circostante: il metodo della cannella e il metodo di propagazione in acqua.

vasi con albero di giada

Nel primo caso occorre in primis pulire le foglie che si hanno a disposizione con un panno pulito e disinfettarle con l’ausilio della cannella in polvere. Successivamente queste si distribuiscono all’interno di un contenitore riempito col substrato universale e rivolte verso l’alto. Dopo aver effettuato questi passaggi occorre aspettare che si sviluppino le piantine, spruzzando poca acqua ogni tre o quattro giorni.

La seconda metodologia si basa invece sull’utilizzo esclusivo di acqua. Il protagonista di questo procedimento è infatti un bicchiere d’acqua adeguatamente coperto con una pellicola. Si fa un foro al centro di quest’ultima e si inserisce la foglia o il gambo della pianta. Nell’arco di qualche giorno il contatto con l’acqua genera la formazione di radici, che possono poi essere trapiantate all’interno di un vaso contenente del terriccio.

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