Il segreto naturale per gambe leggere: scopri i benefici dell’ippocastano
Avere le gambe gonfie è un problema che può compromettere il benessere quotidiano di molti. L’ippocastano, noto con il nome scientifico di “Aesculus hippocastanum”, da secoli si impiega nel campo della medicina tradizionale per curare i disturbi circolatori. Proprio per questo motivo oggi vogliamo che scopriate quali siano le sue potenzialità, ossia fino a che punto sia in grado di portare leggerezza, comfort e- perché no?- spensieratezza nelle vostre giornate. Vi state chiedendo in che forma andrebbe assunto il frutto dell’ippocastano? Generalmente ci si dovrebbe affidare ad integratori o, nel caso si preferiscano trattamenti topici, creme o unguenti.

L’ippocastano è un albero che dà vita a dei frutti dall’aspetto peculiare: impossibile non riconoscerli! I semi, che essendo marroni e lisci ricordano in parte le castagne comuni, sono avvolti da uno spesso strato verde e spinoso. Il loro nome popolare è “castagne matte” e, non essendo possibile mangiarle, spesso diventano protagoniste dei giochi dell’infanzia. Pur non essendo commestibili, questi semi sono tutt’altro che inutili. Infatti i frutti dell’ippocastano sono ricchi di escina, una sostanza che offre sorprendenti benefici per la salute, soprattutto per l’attività del torrente ematico. A seguire faremo un focus sulle proprietà dell’ippocastano e sul motivo per cui si distingue come uno dei rimedi naturali più efficaci per il benessere delle gambe.

L’escina, principio attivo dell’ippocastano, è in grado di ovviare alle problematiche che causano gonfiore a livello degli arti inferiori. Stiamo parlando di cattiva circolazione, di status infiammatori e di fragilità capillare. Questa sostanza in primis è in grado di rafforzare e rendere più elastiche le pareti dei vasi. Questo li rendenderebbe meno soggetti alla perdita di liquidi a livello dei tessuti circostanti e migliorando così la qualità del flusso. Peraltro avendo proprietà antinfiammatorie, getta le basi per evitare che ci sia una condizione di compressione all’interno dei condotti sanguigni.