Questa pianta potrebbe essere molto pericolosa, impara a riconoscerla

Al giorno d’oggi, è molto facile imbattersi in piante che non siano autoctone del nostro territorio. Talvolta possono rappresentare una piacevole scoperta, altre volte invece un vero e proprio incubo. Alcune piante infatti possono essere molto pericolose per la nostra salute. La pianta di cui vogliamo parlare oggi è conosciuta con il nome di edera velenosa, chiamata anche edera del Canada o sommacco velenoso.

pianta pericolosa

Il nome scientifico di questa pianta molto pericolosa è “Toxicodendron radicans”, come suggerisce il nome non è imparentata con l’edera comune, fa parte infatti della famiglia delle Anacardiaceae. Le conseguenze dell’eventuale contatto può provocare gravi dermatiti allergiche. L’origine di questa pianta è l’America del Nord e della Cina. Grazie agli scambi di cose e persone nel mondo, è arrivata fino al nostro Paese e purtroppo per noi ha preso piede anche nei nostri giardini.

Questa pianta molto pericolosa è stata già segnalata tre volte nel nostro Paese, la pericolosità è data da due sostanze presenti nell’edera velenosa. Il primo di cui tener conto è l’urushiol, una sostanza oleosa che può provocare reazioni allergiche. Il secondo è il ramnosio: un monosaccaride aldeico levogiro chiamato anche isodulcite e monomelitosio. Se avessi anche solo il sospetto di essere venuto a contatto con questa pianta, è necessario che ti rivolga al tuo medico curante o, in alternativa, al pronto soccorso.

Come riconoscere l’edera velenosa? I tratti distintivi sono rappresentati da foglie trifogliate, picciolate e oblunghe. Il margine delle foglie può essere sia intero che seghettato, la foglia ha un colore verde acceso ed i suoi fiori sono bianchi e verdi. I sintomi più comuni dopo essere venuti a contatto con questa pianta sono i seguenti: arrossamento cutaneo, edema della pelle, papule e vescicole lineari, prurito e bruciore. Se a contatto con occhi potrebbe provocare una grave congiuntivite e cecità. Se ingerita potrebbe portare a sintomi anche gravissimi come l’insufficienza renale.

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