Protea: caratteristiche, curiosità e coltivazione del Fiore del Re
La Protea è una pianta arbustiva sempreverde che proviene dall’Africa tropicale. Qui è conosciuta come “Fiore del Re“. Appartiene alla famiglia delle Proteaceae. È particolarmente apprezzata per la sua fioritura molto appariscente. Esistono circa 360 specie di protea al mondo, una delle più comuni nelle nostre case è la Protea cynaroides. Si ritiene che sia una pianta molto antica e che esistesse già 300 milioni di anni fa. Ha saputo resistere a glaciazioni e cambiamenti climatici estremi, dimostrando una grande capacità di adattamento. Nella cultura africana è simbolo di forza, coraggio e perseveranza. Veniva utilizzata nella medicina tradizionale per le sue proprietà curative. Nella mitologia greca simboleggia trasformazione e cambiamento per via dell’associazione con Proteo, la divinità del mare capace di mutare forma a suo piacimento.
La pianta arriva ad una altezza di circa 1 metro, raramente raggiunge i 2 metri. È costituita da fusti eretti poco ramificati, mentre le foglie sono di un bel verde brillante e cerose, dalla forma ovale e allungata. Quelli che riteniamo fiori in realtà sono infiorescenze, formate da lunghe brattee (foglie modificate) di colore rosa, bianche, arancio o rosse, che si sviluppano attorno ai veri fiori di piccole dimensioni. Il periodo della fioritura è abbastanza lungo, dalla tarda primavera fino alla fine dell’estate. È una pianta molto resistente e molto longeva, caratteristica che, oltre alla bellezza, la rende molto apprezzata.
Consigli per la coltivazione della Protea
Come si può intuire dalle sue origini, la Protea ama gli ambienti caldi e soleggiati. Non tollera bene le basse temperature invernali, le raffiche di vento ed è molto sensibile alle gelate. Se coltivata in piena terra all’esterno, sono sufficienti le piogge a soddisfare il fabbisogno idrico. Si può somministrare un po’ di acqua in caso di siccità prolungata. In caso di coltivazione in vaso, si consiglia di irrigare con regolarità da marzo a ottobre, diminuendo la frequenza nella stagione fredda. Il terreno ideale è ricco di materia organica e drenante, per evitare ristagni d’acqua che provocano marciume radicale. In autunno è bene procedere potando la parte apicale dei rami per favorire i nuovi getti. Al termine dell’autunno, è utile somministrare un concime specifico per piante da fiore a lento rilascio.