Latte di gallina a fiori giallastri: cos’è e come si può consumare. Attenzione però, ha molte varietà alquanto tossiche
Il latte di gallina a fiori gialli è una specie diffusa dalla regione mediterranea all’Europa sudorientale. E’ presente in tutte le regioni d’Italia tranne che in Sicilia con 2 sottospecie. Detto anche asparago dei boschi (Loncomelos pyrenaicus dal greco) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Liliaceae. Presenta molte varietà che risultano alquanto tossiche. Andiamo insieme a scoprirne le caratteristiche.
Cresce ai margini di boschi e siepi, su suoli poco profondi sia calcarei che marnoso-arenacei purché ricchi. Il suo habitat è quello delle boscaglie dove predilige i terreni umidi ed un’ altezza di massimo 1500 metri dal livello del mare. Tutte le parti della pianta e specialmente i bulbi sono velenose da fresche, ma quest’ultimi se lessati vengono spesso utilizzati a scopo alimentare. Questo perché sono tossine termolabili. Il bulbo è allungato con tuniche biancastre e lo scapo è cilindrico e di colore verde.
Le foglie appassiscono alla fioritura e sono lunghe circa 30 cm. I fiori hanno peduncoli di 3 cm verdastri o giallastri con striscia verde sul dorso. Presentano anche una spiga che si apre rivelando fiori di colore bianco-giallastri.
Questa pianta si propaga per seme o separando i bulbilli dal bulbo madre. In alcune zone vengono raccolti i giovani e teneri getti della pianta per usarli come semplici asparagi selvatici. Ma rispetto a quest’ultimi sono decisamente più amarognoli, mentre i turioni hanno sapore più gradevole. Ma ora occupiamoci di come cucinarli. I fusti fioriferi devono essere lessati e consumati come il più comune asparago e si possono conservare anche sott’aceto. Tra le varie preparazioni possono essere utilizzati in risotti e frittate, oppure conditi con aglio e olio. Così potrete preparare il classico risotto agli asparagi o la frittata dopo aver bollito i teneri turioni.
Sono invece sconosciute le proprietà farmaceutiche di questa pianta. Non possono essere utilizzati a scopo curativo o estetico. Ma in ambito alimentare possono essere guastati in piatti tipici, così da rifarsi la bocca!