Il segreto nascosto nel fico: raccolta, usi e segreti del suo latte

Il latte di fico è un fluido lattiginoso che è possibile ricavare dall’albero, il Ficus carica. Da secoli questo prodotto di origine naturale è apprezzato per le sue proprietà, applicabili sia nell’ambito medicinale sia nella vita quotidiana. In questo articolo si approfondirà ogni aspetto legato al latte di fico: dalla corretta modalità di raccolta, agli usi più efficaci e diffusi, fino ai metodi di conservazione per mantenerne inalterate le proprietà nel tempo. Non mancherà infine un’importante sezione dedicata alle precauzioni da adottare per garantirne un utilizzo consapevole e sicuro.

goccia bianca sul polpastrello

Per ottenere il latte di fico è fondamentale orientarsi innanzitutto verso una pianta matura e sana. Preferibilmente questo tipo di processo andrebbe attuato a cavallo tra l’estate e l’autunno, quando l’albero produce abbondantemente il suo latte. Muniti di guanti e occhiali protettivi, si procede con un coltello facendo un’incisione leggera su un ramo o sul tronco dell’albero. Non appena il liquido inizia a fuoriuscire lo si raccoglie all’interno di un contenitore. Una volta conclusa la raccolta, ci si prende cura del taglio, sigillandolo con una sostanza naturale, come un mastice cicatrizzante per piante o del comune fango. In questo modo si prevengono infezioni e si favorisce una corretta cicatrizzazione.

latte di fico

Il liquido proveniente dall’albero di fico si impiega per trattare le verruche. Prima di applicarlo sulla pelle tuttavia è sempre opportuno effettuare un test su una piccola area. Inoltre questo elisir si rivela efficace contro alcune infezioni fungine e spesso, se diluito, può diventare un ottimo rimedio contro la stitichezza. Nel giardinaggio può invece fungere da antisettico, specialmente quando si cerca di proteggere una pianta con delle “ferite”. Per far sì che agisca in modo ottimale è bene che sia fresco, tuttavia se si desidera conservarlo per un breve periodo è possibile comunque conservarlo in frigorifero (al massimo per 7 giorni).

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