Attenzione al falso zafferano: come distinguere il velenoso Colchico d’inverno dal vero zafferano

Vuoi dedicarti alla raccolta di erbe spontanee? Ottimo, ma devi sapere perfettamente quello che stai facendo. Non ci stancheremo, infatti, mai di ribadire che per raccogliere le erbe spontanee bisogna conoscere bene sia le caratteristiche delle piante edibili che quelle delle eventuali piani similari che sono però tossiche e velenose. È il caso, per esempio, del falso zafferano o Colchico autunnale o Colchico d’inverno, pianta assai tossica e mortale che non va confusa con il vero zafferano.

Come distinguere il falso zafferano da quello vero?

fiori

Il vero zafferano, quello da cui traiamo la spezia che usiamo per preparare il nostro risotto allo zafferano, è il Crocus sativus. La sua particolarità è che si tratta di una specie sterile: i fiori non generano frutti e semi, ma la pianta si propaga solo tramite bulbi. Il che vuol dire che in natura è impossibile trovare dello zafferano spontaneo.

Esistono, però, diverse piante che assomigliano allo zafferano (la foto che vedete qui sopra è del vero zafferano), ma che sono mortali se ingerite. Per questo è importante saper riconoscere lo zafferano vero dalle altre piante che possono essere scambiate con il Crocus sativus.

La prima pianta a cui fare attenzione è quella che vedete qui sopra: si tratta del falso zafferano, noto anche come zafferano bastardo, colchico d’autunno o colchico d’inverno. Il suo nome scientifico è Colchicum autumnale e ha un fiore che ricorda molto quello del vero zafferano. Solo che il falso zafferano è estremamente velenoso in quanto contiene la colchicina, tossina velenosa per cui non esistono antidoti.

A causa del colore viola e della forma, in molti scambiano il colchico autunnale per vero zafferano. Ma è un errore che può essere letteralmente mortale. Per distinguerli, bisogna guardare gli stimmi: nel colchico d’autunno sono sei, mentre il vero zafferanno presenta solo tre lunghi fili rossi. Il fiore del vero zafferano, infatti, ha sei petali di colore viola-lilla. Al loro interno si trovano tre antere gialle, contenenti il polline e lo stilo che è formato da tre stimmi di colore rosso intenso, lunghi 2-3 cm.

Un’altra differenza importante riguarda le foglie, solo che quando la pianta fiorisce, ecco che il colchico autunnale non ha foglie.

Esiste poi anche il Crocus vernus, quello che vedete qui sopra, anche lui definito a volte come falso zafferano o zafferano maggiore. In questo caso, si tratta di una specie assai vicina al vero zafferano, il Crocus sativus, solo che non si mangia. Questo anche perché ha stimmi molto corti, talvolta neanche rossi.

Il nostro consiglio, tuttavia, è sempre quello di non raccogliere e mangiare erbe spontanee se non si è più che sicuri di quello che si sta facendo. E anche quando si pensa di essere esperti, bisogna fare attenzione. A inizio maggio un uomo appassionato di botanica ed esperto di piante officiali è morto dopo aver mangiato un fiore che pensava essere un dente di leone, ma che invece si è rivelata essere una specie velenosa.

Qualche tempo fa un 61enne di Travesio era morto dopo aver mangiato del colchico autunnale che aveva scambiato per vero zafferano o per aglio orsino. Poco tempo prima marito e moglie erano morti dopo aver mangiato un risotto preparato col falso zafferano che avevano scambiato per vero zafferano.

I sintomi dell’avvelenamento da colchico sono:

  • bruciore alla gola
  • nausea
  • dolore allo stomaco
  • crampi addominali
  • sudore freddo
  • insufficienza respiratoria
  • collasso cardiocircolatorio
  • morte

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