Pollo dei boschi: il segreto del fungo selvatico più curioso
Colorato, carnoso e inconfondibile, il pollo dei boschi è uno dei funghi selvatici più affascinanti che Madre Natura ci ha regalato. Questo esemplare, che solitamente sporge dai tronchi degli alberi per via dell’assenza di gambi, riesce sempre a distinguersi grazie al suo aspetto appariscente. Gli elementi che tuttavia lo rendono davvero unico sono la sua consistenza e il suo sapore. Chi lo ha reso protagonista delle proprie pietanze afferma infatti che al palato ricorda il pollo!

Identificare questo fungo all’interno delle foresta non è difficile, specialmente se si conoscono le sue caratteristiche peculiari. Bisogna sapere innanzitutto che cresce in grappoli estesi ed estremamente densi, che per la loro struttura ricordano delle mensole dalla forma curiosa. Un altro elemento che non passa chiaramente inosservato è il colore. La parte superiore del fungo, che al tatto ricorda la pelle scamociata, è arancione. I suoi bordi invece, tendenzialmente ondulati, insieme alla parte inferiore si colorano uniformemente di un giallo pallido. Il periodo ideale per imbattersi nel pollo dei boschi va dalla fine della primavera all’inizio dell’autunno, in particolare dopo piogge intense accompagnate da un clima mite.

Prima di consumarlo è bene assicurarsi che l’esemplare raccolto in natura sia l’originale e non uno dei suoi “simili”, potenzialmente dannosi per la salute dell’organismo. Come se non bastasse si consiglia di raccogliere solo i funghi che crescono sulle querce e non su conifere ed eucalipti, dato che potrebbero contenere sostanze tossiche. In cucina il pollo dei boschi si presta a molte preparazioni grazie alla sua consistenza carnosa, che ricorda appunto quella della carne. Può essere per esempio tagliato a striscioline e saltato in padella, trasformato in cubetti per arricchire la zuppa, o, per i più golosi, anche panato e fritto. Per conservarlo basta invece inserirlo in freezer, dove riesce a mantenersi per un massimo di sei mesi.