Pasta cicatrizzante post potatura: quanti tipi esistono
Si fa presto a dire potatura. In molti pensano che potare voglia solamente dire tagliuzzare qua e là qualche ramo, ma in realtà c’è molto di più da fare. In particolari circostanze, infatti, potrebbe essere necessario utilizzare una pasta cicatrizzante curativa post potatura. Anzi: potrebbe essere indispensabile per la salute della pianta.
Quanti tipi di pasta cicatrizzante post potatura esistono?

La pasta cicatrizzante diventa fondamentale in alcune circostanze per evitare che dalle ferite post potatura possano entrare batteri, virus, funghi o altri agenti patogeni che possono danneggiare la salute delle piante fino a farle morire.
In generale la pasta cicatrizzante andrebbe usata quando si fanno tagli grandi o potature drastiche. Ma non solo: dovrete usarle anche quando dovete potare alberi delicati, già indeboliti, posizionati in zone ad alto tasso di umidità o anche quando si tratta di potare alberi di particolare pregio.
Detto questo ecco che è bene sapere che non esiste un’unica tipologia di pasta cicatrizzante, ma questo forse lo avevate già immaginato. Le paste variano come ingredienti a seconda del produttore e a seconda del loro scopo.
In generale, però, comprendono sempre una base principale formata da paraffine, cere, resine sintetiche o naturali e argille o caolini. A questa base, poi, a seconda della pasta si aggiungono agenti protettivi fungicidi (ossicloruro di rame, estratto d’aglio, propiconazolo o oli esseziali), battericidi (triclosano, rame, propoli…) o antisettici (acido borico, composti a base di iodio o argento a basse concentrazioni), agenti biostimolanti come gli ormoni vegetali (auxine), estratti di alghe o aminoacidi liberi e svariati altri additivi come coloranti (servono per capire quali siano le zone già trattate), conservanti e plastificanti (anti screpolature).
Detto questo, ecco che, a seconda della combinazione di ingredienti, ci saranno paste cicatrizzanti più adatte di altre a svolgere determinate funzioni, ciascuna con vantaggi o svantaggi. Per esempio, le paste curative a base di resine naturali o sintetiche sono utili per creare una pellicola protettiva in grado di sigillare la ferita. Sono molto resistenti all’acqua, durano nel tempo, ma la durata dipende dal tipo di resina usata (alcune sono più biodegradabili di altre). Solitamente si usano per gli alberi da frutto, per gli alberi ornamentali o anche per le conifere.
Poi ci sono le paste cicatrizzanti con addizionati fungicidi o battericidi. Ovviamente contengono appositi principi attivi atti a prevenire le infezioni, fornendo magari anche una protezione maggiore contro funghi come il Botrytis e il Phytophthora. Qui i principi attivi cambieranno a seconda che parliamo di battericidi o fungicidi, ma in generale si usano per i tagli di grandi dimensioni, su alberi malati e indeboliti o anche nelle potature invernali.

Particolarmente apprezzate le paste curative con addizionate molecole come le auxine o le citochinine che favoriscono la rigenerazione. In questo caso sono paste arricchite con aminoacidi, ormoni o estratti vegetali che vanno a favorire la formazione di nuovo tessuto, in particolare del callo cicatriziale. Queste di solito le si usa sugli alberi giovani o che tendono a cicatrizzare lentamente.
Infine c’è anche chi preferisce prepararsi una pasta curativa fai da te in casa. Più naturale, economica ed ecologica, purtroppo ha una durata di azione e di protezione più breve rispetto ai prodotti commerciali. In questo caso la formulazione prevede di creare miscele formate da argilla, cera, propoli o anche cenere.